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Acque minerali La classe di appartenenza di un'acqua minerale, dipende dalla quantità residuale di sali in essa contenuti, definita residuo fisso, determinata facendo bollire a 180° un litro d'acqua sino a completa evaporazione. Il sedimento che se ne ricava, che deve essere sempre espresso in mg/l, costituisce l'aggregato di sali che caratterizza ogni singola acqua. In termini puramente quantitativi, cioè di peso residuale, secondo il D.Lgs 25.01.92 n.105 le acque minerali commercializzate oggi in Italia sono così classificate:
Acque potabili L'acqua è un elemento fondamentale per ogni essere vivente, a condizione che sia salubre dal momento che costituisce un formidabile fattore di diffusione delle malattie. La crescente produzione di rifiuti industriali ed urbani ha infatti costretto a far uso di acque superficiali e sotterranee come ricettori di scarichi, spesso inquinati da sostanze tossiche o cancerogene (metalli, solventi, pesticidi, oli). Il D.Lgs 152/99, art.7,8 e allegato 2, (che costituisce il DPR 319/76) detta quindi i criteri in base ai quali le Regioni dovranno classificare le acque superficiali che potranno essere utilizzate per la potabilizzazione, scartando i corsi o quei punti dei corsi d'acqua in cui l'inquinamento in atto è troppo elevato. La classificazione riguarda solo le acque superficiali (laghi e fiumi), in quanto sono, rispetto alle acque sotterranee, più soggette ad inquinamento e d'immediata verifica visiva del percorso. Il D.Lgs 31 del 2/2/2001 stabilisce invece i requisiti di qualità che devono possedere le acque destinate al consumo umano, qualunque ne sia l'origine (sia se vengano prelevate direttamente alla fonte, o sia se vengano distribuite da acquedotti pubblici).
Acque di balneazione Il controllo delle acque di balneazione è di primaria importanza nella prevenzione delle malattie ed è inoltre fondamentale monitorare costantemente la concentrazione delle sostanze disciolte per la depurazione. Si definiscono "acque di balneazione" le acque dolci, correnti o di lago e le acque marine nelle quali la balneazione è espressamente autorizzata ovvero non vietata. Normalmente i controlli vengono così suddivisi: Acque di piscina:
Acque di fiume, di lago, di mare e salmastre:
Acque di irrigazione Spesso le sostanze contenute nell'acqua utilizzata per l'irrigazione, risultano nocive per le piante, con un conseguente danno alle colture. Risulta quindi molto utile sottoporre ad una serie di analisi le acque destinate ad esse e stabilire gli eventuali trattamenti chimico-fisici da eseguire sulle acque stesse, al fine di renderle compatibili con la coltura da impiantare.
Acque reflue Qualsiasi tipo di produzione industriale dà origine ad acque di scarico. L'industria ha quotidianamente bisogno di ingenti quantità di acque che, una volta usate nel ciclo produttivo o nelle lavorazioni, vengono riversate nell'ambiente spesso con tassi di inquinamento elevati. Tramite il recente D.Lgs. 152/99 (che costituisce la nota"legge Merli-319/76) si è ritenuto quindi necessario tutelare l'inquinamento delle acque, da un lato obbligando tutti i titolari di scarichi a chiedere l'autorizzazione, e da un altro imponendo dei valori limite a tutti quei parametri (metalli, solventi, oli, batteri ecc.) che , se versati nelle acque in concentrazioni superiori a tali limiti, causerebbero un sicuro inquinamento dl patrimonio idrico. E' importante distinguere tra scarico domestico, industriale e urbano, in quanto da ciò derivano obblighi differenti: Acque reflue industriali: scarichi derivati da edifici in cui si svolgono attività industriali o commerciali Acque reflue domestiche: scarichi provenienti da abitazioni e comunque derivanti da metabolismo umano o da attività domestiche; sono tali anche scarichi di attività alberghiere, turistiche, sportive, scolastiche, sanitarie, mense aziendali o anche bagni di insediamenti industriali, e comunque ogni altra attività, anche commerciale, i cui scarichi presentano caratteristiche qualitative equivalenti al metabolismo umano o ad attività domestiche. Acque reflue urbane: si tratta delle acque che confluiscono, tramite canalizzazione, alla pubblica fognatura; e quindi di acque reflue domestiche, industriali (opportunamente depurate per rientrare nei limiti per lo scarico in fognatura o a cielo aperto) e delle acque meteoriche (acque piovane).
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